Hai sempre comprato il tonno sbagliato: scopri quale zona di pesca protegge davvero i tuoi figli dai metalli pesanti

Quando acquistiamo una scatola di tonno per preparare un pasto veloce ai nostri bambini, raramente ci soffermiamo a leggere le piccole diciture sull’etichetta che indicano dove quel pesce è stato pescato. Eppure, questa informazione apparentemente secondaria nasconde implicazioni fondamentali per la salute dei più piccoli e per l’ambiente marino globale.

Perché la zona di pesca del tonno fa la differenza

Non tutto il tonno in scatola è uguale. La qualità, il profilo nutrizionale e soprattutto il livello di contaminanti presenti nelle carni variano significativamente in base all’oceano o al mare di provenienza. Gli organismi marini, inclusi i grandi predatori come il tonno, accumulano sostanze presenti nell’acqua in cui vivono attraverso un processo chiamato bioaccumulo. Più l’habitat è inquinato, maggiore sarà la concentrazione di sostanze potenzialmente nocive nei tessuti del pesce.

I bambini sono particolarmente vulnerabili all’esposizione ai metalli pesanti come il mercurio, che può influenzare lo sviluppo neurologico e cognitivo. Il loro organismo in crescita assorbe queste sostanze con maggiore facilità rispetto agli adulti e fatica di più a eliminarle. Questo rende la scelta di un tonno proveniente da acque più pulite una questione di salute pubblica, non un semplice dettaglio commerciale.

Le zone FAO e cosa rivelano sulla tua scatola

Sull’etichetta del tonno in scatola compare spesso un codice o una dicitura che fa riferimento alle zone FAO, un sistema di classificazione geografica sviluppato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Questi codici identificano con precisione l’area marina in cui il tonno è stato pescato.

Alcune zone oceaniche presentano storicamente livelli più elevati di inquinanti rispetto ad altre. Le acque vicine a regioni fortemente industrializzate, a zone con intensa attività mineraria o con scarsa regolamentazione ambientale tendono a ospitare pesci con carichi più elevati di metalli pesanti. Al contrario, zone oceaniche remote e meno antropizzate offrono generalmente pesci con profili di contaminazione più bassi.

L’Oceano Atlantico presenta caratteristiche variabili: le zone settentrionali tendono ad essere più monitorate, mentre alcune aree tropicali possono presentare criticità legate a mercurio più elevato. Il Pacifico occidentale e centrale ospita alcune delle più importanti zone di pesca del tonno, con livelli di controllo eterogenei e mercurio variabile per specie. Il Mediterraneo, pur essendo vicino a noi, presenta problematiche specifiche legate all’inquinamento industriale e alla sovrapesca, con concentrazioni di mercurio superiori alla media europea in alcune specie. L’Oceano Indiano offre scenari diversificati, con zone più o meno impattate dall’attività umana e livelli di mercurio elevati in tonni predatori.

Oltre il mercurio: sostenibilità e metodi di pesca

La provenienza geografica non influenza solo la sicurezza alimentare, ma anche la sostenibilità della risorsa ittica. Alcune zone oceaniche sono sottoposte a pressione di pesca eccessiva, con ripercussioni sulla sopravvivenza delle popolazioni di tonno e sull’equilibrio degli ecosistemi marini.

Parallelamente alla zona di pesca, è importante verificare il metodo utilizzato per la cattura. Le tecniche di pesca variano notevolmente: dai sistemi a canna che selezionano individualmente i pesci, alle reti a circuizione che possono catturare accidentalmente altre specie marine, inclusi delfini, squali e tartarughe. Questi aspetti, combinati con la provenienza geografica, disegnano un quadro completo della qualità complessiva del prodotto.

Cosa cercare sull’etichetta prima dell’acquisto

Davanti allo scaffale del supermercato, dedicate qualche minuto in più alla lettura delle informazioni riportate sulla confezione. Le normative europee obbligano i produttori a indicare diverse informazioni cruciali che troppo spesso ignoriamo, come previsto dal Regolamento UE n. 1169/2011 sull’etichettatura alimentare.

  • Zona FAO di cattura: un codice numerico o una descrizione geografica che identifica dove il pesce è stato pescato
  • Specie specifica di tonno: non esiste un solo tipo di tonno, e le diverse specie presentano caratteristiche nutrizionali e livelli di contaminanti differenti
  • Metodo di pesca: informazione che indica se il tonno è stato pescato con tecniche selettive o meno
  • Certificazioni ambientali: alcuni prodotti riportano marchi di sostenibilità rilasciati da organismi indipendenti

Consigli pratici per famiglie con bambini

Per chi prepara regolarmente pasti con tonno in scatola, specialmente per i bambini, è consigliabile diversificare le fonti di approvvigionamento. Alternare prodotti provenienti da zone oceaniche diverse riduce l’esposizione continuativa a eventuali contaminanti specifici di una determinata area.

La frequenza di consumo va calibrata tenendo conto dell’età dei bambini. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e altre organizzazioni suggeriscono di limitare l’assunzione di tonno nei più piccoli a una o due porzioni settimanali, preferendo quando possibile pesci di taglia più piccola che accumulano meno metalli pesanti nella loro vita più breve.

Leggere le etichette non è perdere tempo, ma esercitare un diritto fondamentale di consumatori informati. Ogni scatola di tonno racconta una storia che attraversa oceani, metodi di pesca, controlli sanitari e filiere commerciali. Conoscere la provenienza geografica del prodotto che portiamo in tavola significa compiere scelte più consapevoli per la salute della nostra famiglia e per la tutela degli ecosistemi marini da cui dipende il futuro alimentare del pianeta.

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Ora inizierò a farlo
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