I nonni italiani ricoprono un ruolo essenziale nella vita delle famiglie moderne. Secondo recenti dati, il 64% dei nonni italiani supporta i figli accudendo i nipoti, trovandosi spesso a gestire situazioni educative complesse per cui si sentono impreparati. Quando un nipote risponde male, ignora le richieste o sfida ogni indicazione, quello che dovrebbe essere un momento di gioia può trasformarsi rapidamente in fonte di frustrazione. Eppure dietro ogni comportamento oppositivo si nasconde quasi sempre un bambino che sta comunicando un disagio, testando i confini o semplicemente attraversando una fase evolutiva del tutto naturale.
Perché i bambini si oppongono ai nonni
Prima di cercare soluzioni pratiche, serve comprendere l’origine di questi comportamenti. I bambini tra i 2 e i 7 anni attraversano fasi di sviluppo in cui l’opposizione rappresenta un modo per affermare la propria identità e testare i limiti dell’ambiente circostante. Quando il nonno diventa il destinatario di queste manifestazioni, spesso è proprio perché rappresenta una figura affettivamente sicura con cui il bambino si sente libero di esprimersi senza temere di perdere l’amore.
C’è poi un elemento fondamentale da considerare: la differenza generazionale negli stili educativi. I nonni di oggi hanno cresciuto i propri figli in contesti culturali dove l’autorità era meno negoziabile e la disciplina più rigida. I bambini contemporanei, invece, crescono in famiglie dove il dialogo e la negoziazione sono prassi quotidiana, rendendo più complessa la gestione per chi non è abituato a questo approccio relazionale.
Gli errori emotivi che peggiorano la situazione
Il primo ostacolo che un nonno deve superare è la trappola del confronto. Frasi come “i miei figli non si sarebbero mai comportati così” o “ai miei tempi queste cose non succedevano” non solo sono controproducenti, ma creano una distanza emotiva con il nipote e alimentano sensi di inadeguatezza nel nonno stesso. Ogni generazione ha le sue sfide e i suoi contesti, il confronto raramente aiuta.
Un’altra dinamica rischiosa è l’oscillazione tra eccessiva permissività e rigidità improvvisa. Quando il nonno, per timore di perdere l’affetto del nipote o per stanchezza, concede tutto, salvo poi esplodere quando la situazione diventa ingestibile, il bambino riceve messaggi contraddittori che aumentano l’insicurezza e intensificano i comportamenti oppositivi. La coerenza emotiva è più importante della perfezione educativa.
Come ristabilire l’equilibrio nella relazione
Poche regole ma chiare e costanti
I bambini hanno un bisogno profondo di prevedibilità . Stabilire poche regole chiare e mantenerle costanti è molto più efficace di un lungo elenco di divieti che cambiano a seconda dell’umore. Il nonno dovrebbe identificare tre o quattro comportamenti non negoziabili come il rispetto fisico, il tono di voce adeguato, il momento dei pasti, e comunicarli con fermezza ma senza rabbia. La fermezza affettuosa funziona meglio dell’autoritarismo o della permissività .
Anticipare per prevenire i capricci
Molti capricci possono essere prevenuti anticipando al bambino cosa accadrà . “Tra dieci minuti spegneremo la televisione per preparare la merenda” funziona meglio di un ordine improvviso che irrompe nel gioco o nell’attività del bambino. Questa tecnica, nota in psicologia comportamentale come preavviso strutturato, riduce la sensazione di perdita di controllo nel bambino e rende le transizioni più fluide.
Riconoscere le emozioni senza cedere alle richieste
Quando un nipote reagisce con un capriccio, il nonno può riconoscere l’emozione senza necessariamente acconsentire alla richiesta: “Capisco che sei arrabbiato perché vuoi continuare a giocare, è difficile smettere quando ci si diverte. Ma adesso è il momento di riordinare”. Questa validazione emotiva, sostenuta dagli studi sulla regolazione emotiva infantile, riduce l’intensità della reazione oppositiva perché il bambino si sente compreso anche se non accontentato.

Cosa fare quando il bambino risponde male
Quando il bambino risponde male o alza la voce, la reazione istintiva del nonno potrebbe essere quella di rispondere allo stesso modo o di sentirsi profondamente ferito. Entrambe le reazioni sono comprensibili ma inefficaci. Esistono invece strategie più funzionali che hanno dimostrato di funzionare meglio nel lungo periodo.
- Abbassare il proprio tono di voce anziché alzarlo, creando un contrasto che attira l’attenzione del bambino
- Inginocchiarsi all’altezza del bambino per stabilire un contatto visivo diretto e non intimidatorio
- Usare frasi in prima persona: “Quando mi parli così, io mi sento triste” anziché etichette come “Sei un maleducato”
- Offrire una pausa emotiva: “Vedo che sei molto arrabbiato, andiamo a calmarci insieme” trasformando il momento in occasione di regolazione condivisa
L’importanza di dialogare con i genitori
Un aspetto spesso trascurato riguarda l’allineamento educativo con i genitori. Il nonno non dovrebbe sentirsi in competizione né deve sostituirsi alle figure genitoriali, ma necessita di conoscere le regole di base seguite a casa. Un dialogo aperto e non giudicante con i figli adulti permette di creare continuità educativa, riducendo la confusione nel bambino e facilitando enormemente il compito del nonno.
Questo non significa rinunciare alla propria identità o trasformare la casa dei nonni in una replica esatta di quella dei genitori. La casa dei nonni può mantenere le sue specificità e le sue tradizioni, ma i valori fondamentali dovrebbero essere condivisi. La ricerca dimostra che i nonni sono fonte fondamentale di cura e i bambini che sperimentano coerenza educativa tra casa e nonni mostrano minori problemi comportamentali e un migliore adattamento emotivo.
Riconoscere quando serve un supporto professionale
Se i comportamenti oppositivi sono persistenti, intensi e accompagnati da altri segnali di disagio come regressioni, disturbi del sonno o chiusura relazionale, potrebbe essere utile suggerire ai genitori una consulenza con un professionista dell’infanzia. Il nonno può fare da ponte, condividendo osservazioni concrete senza allarmare, dimostrando così un amore che va oltre la gestione quotidiana e si fa davvero cura attenta.
Affrontare l’impulsività e l’opposizione dei nipoti richiede ai nonni un equilibrio delicato tra fermezza affettuosa e flessibilità . Non si tratta di replicare modelli educativi del passato che non appartengono più al nostro tempo, né di abdicare completamente al proprio ruolo rinunciando a qualsiasi autorevolezza. Si tratta invece di costruire una relazione autentica dove i confini esistono proprio perché esiste l’amore, dove le regole sono espressione di cura e non di controllo. In questo spazio protetto e prevedibile, anche i momenti difficili diventano occasioni di crescita reciproca, tessere preziose di una relazione intergenerazionale che arricchisce nonni e nipoti allo stesso modo.
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